APPREZZIAMO SEMPRE LA VITA!

Circa un decennio fa, a un uomo venne diagnosticata una rara patologia, per cui non esisteva un’efficace cura in grado di debellarla, e gli furono dati pochi mesi di vita!
Costui, dinanzi a tale responso, si sentì crollare il mondo addosso, vedendo infrangersi tutti i suoi progetti per il futuro. Tuttavia, lungi dal compiere gesti estremi, decise di godersi appieno l’esiguo lasso di tempo che ormai gli rimaneva. Così rallentò notevolmente il suo febbrile ritmo lavorativo, diradando i numerosi impegni che lo tenevano continuamente lontano da casa, e si dedicò anima e corpo alla propria famiglia: rimase accanto alla giovane moglie e ai due figli, ancora in tenera età, che aveva trascurato per via del suo lavoro, intraprendendo piacevoli viaggi nelle più ambite località turistiche, partecipando attivamente a gite organizzate e a ogni forma di svago. Accantonò tutti quei “problemi” di natura materiale che in precedenza lo angustiavano e, con i familiari al proprio fianco, si concesse lunghe passeggiate in riva al mare, lasciandosi inebriare dalla brezza salmastra; fece diverse escursioni attraverso i boschi, per i tortuosi sentieri di campagna, dilettandosi nel percepir lo stormire della natura, mentre nel frattempo dialogava piacevolmente con i suoi cari.
Si dedicò, insomma, a tutte quelle attività cui aveva dovuto rinunciare, che si era sempre negato a motivo del frenetico tenore di vita condotto in passato, riscoprendone e apprezzandone il giusto valore.
Poi un giorno, dietro insistenza della moglie, si convinse a consultare un altro centro oncologico, dove gli fu annunciato che il suo insidioso male, in realtà, si sarebbe potuto eliminare con un particolare intervento chirurgico. E così infatti fu!
Quando l’equipe di quella clinica gli fece notare che era suo diritto ricevere un congruo risarcimento, se avesse querelato il medico che aveva certificato nero su bianco una simile diagnosi, togliendogli ogni possibile speranza, l’uomo non solo rifiutò categoricamente di intraprendere le vie legali contro di lui, ma rispose addirittura che avrebbe dovuto ringraziarlo: per merito suo, in fondo, aveva ritrovato la propria famiglia, imparando ad apprezzare ogni singolo giorno vissuto e a coglierne le molteplici emozioni!
Questa toccante esperienza dovrebbe rappresentar un fulgido monito per tutti noi (inclini magari a prendere tutto per scontato), rammentandoci che la vita è davvero troppo breve per essere sciupata in futili cose mondane, e vale quindi la pena far tesoro dei preziosi istanti di cui possiamo godere… senza rimandare stoltamente a un ipotetico “domani”!!!

VIAGGIANDO A RITROSO NEI RICORDI…

Ci sono gioie che, nella loro apparente semplicità, sanno regalar momenti davvero unici, indimenticabili.
Come quando, all’epoca, durante le nutrite processioni religiose di paese, mi insinuavo tra la folla che avanzava lentamente lungo le vie, solo per stringere la mano alla mia ragazza (rigorosamente accompagnata dagli ignari genitori, molto all’antica)! Come quando, in occasione di un concerto svoltosi nella lontana estate del ’90, avendo scorto la mia fidanzatina (coi suoi familiari) tra la calca di spettatori assiepati sotto il palco, mi aprii a fatica un varco per raggiungerla e, ben celati dalla fragorosa confusione che regnava intorno a noi, rimanemmo mano nella mano per tutta la durata dell’evento! Come quando, durante le vespertine passeggiate
domenicali in piazza, dopo un complice scambio di sguardi eloquenti, mi accostavo per un fugace istante a lei e, senza destar sospetti dinanzi all’autorevole presenza degli immancabili genitori, le porgevo furtivamente un bigliettino (su cui le avevo dedicato qualche romantica frase) in una mano!
Ebbene, quei particolari momenti, seppur considerati frivoli o patetici dai giovani dell’odierna generazione, in un simile delicato contesto avevano l’autentico sapore della “trasgressione”, di un’agognata “conquista”, e rappresentavano una gioia talmente intensa per me da rimaner impressi, scolpiti in modo indelebile nella mia memoria! Tuttavia, rammento che ero costretto a esultar in sordina, simulando quasi indifferenza, come se dovessi custodir un arcano segreto… forse per non suscitar l’ilarità di coloro che mi circondavano!
Un po’ come avviene oggi, quando un certo numero di persone mostra apprezzamento per le mie poesie, per i miei libri, o per le mie riflessioni, dispensandomi sinceri elogi: riconosco (con la dovuta umiltà) che i miei ardui sacrifici, tra gli studi letterari e la scrittura, sono valsi a qualcosa! La sola consapevolezza che taluni di voi (carissimi amici di Facebook) hanno la certosina pazienza e la divina bontà di spendere una parte del proprio tempo per leggere i miei post, talvolta così ridondanti e prolissi, mi riempie il cuore di ineffabile soddisfazione; e i vostri “mi piace”, evidenziati in fondo alla pagina di ciascuna mia pubblicazione, equivalgono a delle calorose strette di mano, a degli abbracci affettuosi!
E proprio come allora, quand’ero ragazzo, non oso gongolare per esternar tale infervorata gioia in presenza dei miei cari, ma preferisco custodirla tacitamente nei profondi recessi del mio animo, forse per non rischiare di apparir puerile… o forse perché essa fa parte di quelle sensazioni così intime e preziose che sarebbe superfluo manifestar con le parole!!!

LANCINANTI NOSTALGIE

Più che il “tempo”, pare sia passato un gelido uragano, che col suo spirar impetuoso e devastante ha spazzato via tutti i miei cari amici di una volta, lasciando intorno a me desolazione, vuoto e solitudine!
Che ne è stato di quei vivaci bambini, chiassosi e spensierati, che giocavano e correvano ridendo, insieme a me, per le strade polverose del mio vecchio quartiere? Adesso, scrutando quelle vie, tutto appare immoto, freddo e silente!
Che ne è stato di quei giulivi ragazzi, sereni e grintosi, che solevano menar il tempo seduti in cerchio, durante le afose serate estive, a sghignazzar narrando esilaranti aneddoti e formulando arguti indovinelli? Adesso, contemplando quei dintorni, tutto appare avvolto in un’atmosfera glaciale, lugubre e surreale!
Che ne è stato di quei baldi giovani, affiatati e intraprendenti, della storica comitiva, che allietavano le mie giornate con la loro costante presenza, coi quali rimanevo intere ore a disquisire compiaciuto di innumerevoli argomenti, o a confidarci piccoli segreti, durante le passeggiate vespertine in piazza e in occasione dei nostri frequenti giri, senza meta, in auto, sullo sfondo delle nostre canzoni preferite? Già, che ne è stato di loro, coi quali ho condiviso i miei giorni più lieti, e che sono stati al mio fianco nei momenti più tristi? Che ne è stato di quegli amici fraterni, discreti e comprensivi, sempre pronti ad ascoltar e ad elargir saggi consigli? Che ne è stato di quei preziosi e fidati compagni d’avventura, dall’indole affettuosa e protettiva verso gli esseri più deboli e indifesi? Che ne è stato di quegli spassosi coetanei inclini al sorriso, propensi alle ironiche battute e agli innocui scherzi, che mi coinvolgevano in festicciole, in cene goliardiche e gite, fugando sovente i miei malinconici pensieri? Che ne è stato di coloro che consideravo i miei fratelli, sempre pronti a sostenermi e a gioir con me, che colmavano un lunghissimo tavolo in occasione del mio memorabile banchetto nuziale, tra risate, applausi e ovazioni?
Quel maledetto, gelido uragano chiamato “tempo”, col suo inesorabile e irreversibile avanzar, li ha travolti sospingendoli lontano da me! Ed ecco cosa rimane oggi della nostra solida e vigorosa amicizia di quegli anni: uno stentato e frettoloso saluto quando ci incrociamo per la strada… e a volte nemmeno quello!
Proprio come nel sontuoso palcoscenico di un prestigioso teatro, laddove un tempo si svolgevano meravigliosi spettacoli, in un profluvio di luci colorate, musiche, canti e balli, alla fine si chiude il sipario… lasciando solo un nostalgico, tenero ricordo!!!


IL MONDO DEI FANCIULLI

I bambini, nella loro spontanea, candida ingenuità, non smettono mai di insegnare, di stupire. Ne ho avuto l’ennesima conferma nel veder mio figlio Richard, di sei anni, abbozzar alcune goffe parole sulla sua lavagnetta: quando gli ho chiesto cosa stesse facendo, lui mi ha risposto: “Sto scrivendo delle medicine per la mamma, che oggi si sente male, e per tutte le persone ammalate”! Ed io, accennando un sorriso compiaciuto, ho esclamato: “Ah, bravo! Ma i farmaci non basta solo prescriverli, ci vogliono anche i soldi per comprarli. Chi li pagherà?” Ma il piccino, dopo aver riflettuto un breve istante, è approdato a questa soluzione: “Li pago io, con i soldini del mio salvadanaio, così tutti potranno guarire”, ha risposto con una naturalezza disarmante!
Incapace di proferir ulteriore parola dinanzi a cotanta angelica bontà, commosso, ho manifestato tacitamente la mia ineffabile ammirazione carezzandogli la bionda testolina riccioluta.
Ebbene, se il mondo intero coltivasse solo un’esigua parte dei nobili sentimenti scaturiti dal tenero e limpido cuore dei bambini… il genere umano vivrebbe in una sorta di paradiso!!!

LA VERA FONTE DEL BENESSERE

Il termine “benessere”, nell’immaginario collettivo, è sinonimo di un’esistenza economicamente agiata, all’insegna di un elevato tenore di vita che implica ogni cosa materiale si possa desiderare.
Eppure, talvolta, basta davvero poco per gustare l’autentico Benessere, la cui definizione ha ovviamente delle connotazioni soggettive.
Personalmente, durante le tiepide giornate di sole, adoro trascorrere qualche ora, in compagnia di mio figlio, al belvedere del nostro paese: mentre lui gioca serenamente, mi sporgo dal parapetto per scrutar il verde panorama sottostante che si estende a perdita d’occhio; poi, sollevando lo sguardo, mi inebrio a contemplar, in lontananza, la linea frastagliata dei monti stagliarsi contro il nitido firmamento turchese, sul cui crinale svettano dei frondosi alberi!
A volte mi diletto concedendomi una passeggiata solitaria in campagna: e là, camminando lungo tortuosi, impervi sentieri, tra arbusti e cespugli, respiro a pieni polmoni la fragranza del muschio selvatico e degli olezzanti fiori, immerso nel quieto stormir della rigogliosa natura, appagando i miei sensi uditivi, visivi e olfattivi!
Sovente, al calar della sera, amo sedermi dietro la scrivania del mio studio, laddove, sul magico sfondo delle armoniose note della musica classica, rimango assorto per intere ore nella stesura delle mie opere letterarie, dando libero sfogo alla fantasia e all’estro creativo!
Tali esperienze quotidiane, seppur in apparenza futili e insignificanti, mi rendono ebbro di ineffabile soddisfazione, infondendomi un senso di soave pace interiore!
Non ricerchiamo dunque il benessere nella ricchezza, nel prestigio o nel potere, così vani ed effimeri, ma nelle semplici cose che la vita ci offre ogni singolo giorno senza chiederci nulla in cambio. Sta solamente a noi saperle cogliere… e farne tesoro!!!