INEFFABILI GIOIE

Sono lieto di comunicarvi che i miei quattro romanzi cavallereschi, oltre ad essere ordinabili su Amazon, da oggi sono disponibili anche presso le librerie di Barrafranca, i cui titolari mi hanno gentilmente concesso di esporli al pubblico!
Mi preme ribadire che non cerco la notorietà, né tanto meno perseguo intenti lucrativi: il mio precipuo obiettivo è solo quello di poter divulgare il frutto scaturito dall’onirica fantasia che da sempre mi accompagna. Ecco la ragione per cui spero ardentemente che essi vengano letti da una vasta cerchia di appassionati. Durante la stesura di ogni singolo libro, estraniandomi dalla realtà, ho intrapreso un lungo e affascinante viaggio a ritroso nel tempo plasmando avvenenti dame, impavidi cavalieri, aitanti gentiluomini, umili persone del popolo dall’animo nobile e dal cuore puro; mi sono inebriato nel descrivere, con dovizia di particolari, le avventurose vicende degli eroici protagonisti menzionati, tra insidiosi duelli, subdoli tradimenti, romantico sentimentalismo e clamorosi colpi di scena.
Ma tutto ciò ha implicato, inevitabilmente, un notevole dispendio di tempo, energie, fertile immaginazione e pazienza certosina, ritrovandomi talvolta a dover pagare l’oneroso tributo di emicranie e notti insonni nello spasmodico tentativo di crear il giusto intreccio nelle avvincenti trame narrate.
Tuttavia è stata fonte di estremo piacere la vergatura di tali opere letterarie, immedesimandomi a tal punto nei personaggi da emozionarmi, commuovermi e infervorarmi insieme ad essi, come se avessi realmente vissuto in mezzo a loro!
Ed è proprio quello che auguro a chiunque volesse cimentarsi in tale intrigante percorso di lettura, svelato pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, con un ritmo fluido e cadenzato!
Il prossimo anno spero di presentarvi il mio quinto libro (un’autobiografia), già ultimato ma da sottoporre ad alcune modifiche, e il mio sesto romanzo (di genere contemporaneo), ancora in fase di elaborazione.
Adesso, con la debita umiltà, auspico davvero che le mie opere, esposte nel circuito telematico e all’interno delle librerie locali, possano destare qualche interesse e magari, chissà, riscuotere un po’ di apprezzamento, trasmettendo quegli ideali che al giorno d’oggi si sono quasi del tutto perduti.
Ma, comunque vada il corso degli gli eventi, una cosa è sicura: non smetterò mai di scrivere!!!

LO SPREGEVOLE RANCORE

Il rancore è quello spietato nemico che semina odio tra gli esseri umani, causando ogni sorta di male e sofferenza. E’ quell’invisibile muraglia invalicabile che tiene separate intere famiglie, vecchie amicizie, giovani coppie, sovente senza un perché. E’ quell’ambiguo vetro di ghiaccio che si pone innanzi ai nostri occhi, inducendoci a focalizzar l’attenzione sui difetti altrui (ammesso che ci siano davvero) ma a non riconoscere i nostri. E’ quel subdolo impulso che talvolta ci fa sminuir le innumerevoli buone azioni compiute nei nostri confronti ma ci spinge a inveir sulle poche mancanze subite. E’ quell’abominevole demone che ci inaridisce la coscienza, rendendoci incapaci di esternar i sentimenti scaturiti dal cuore. E’ quell’ipocrita entità che ci fa veder talune persone dietro una cattiva luce, in una dimensione negativa, facendoci ignorar i loro pregi. Il rancore, servendosi di un irrazionale orgoglio e di infondati pregiudizi, ha il diabolico potere di lasciarci intravedere una realtà distorta, di farci proferir sordide maldicenze ed emettere falsi giudizi.
E così sciupiamo i momenti più belli, unici e preziosi della nostra effimera esistenza, quelli che meritano di essere vissuti sino in fondo; rinunciamo ad aver accanto le persone più care e speciali che la vita ci offre. E nel mentre il tempo (che non concede deroghe e sconti a nessuno) avanza inesorabile, come nuvole sospinte dalla brezza, senza che ce ne avvediamo, portandosi via le migliori occasioni, le circostanze più liete, insieme a coloro che le rendono tali.
Dovremmo sempre tener in mente che simili opportunità si presentano una sola volta nella vita, che sono irripetibili, e quindi vale la pena di coglierle con slancio e gioia… perché in questo mondo nessuno è perfetto!!!

QUANDO L’APPARENZA ILLUDE

Un gioielliere, per verificare l’autenticità e il valore di ogni singola pietra, non può limitarsi a un sommario sguardo a distanza, ma ha bisogno di esaminarla minuziosamente da vicino, in ogni sua sfaccettatura, di soppesarla attentamente; e soltanto dopo averla sottoposta ad accurati controlli, alla fine, è in grado di classificarla e stabilirne la corretta caratura.
Così anche le persone non dovrebbero essere giudicate solo in base all’apparenza o a semplici, infondate deduzioni. Spesso, purtroppo, accade che un individuo venga etichettato in modo del tutto errato, magari a causa del suo aspetto esteriore, del suo modo di vestire o di qualche peculiarità fisica, da soggetti che, arrogandosi il titolo di “giudici” onniscienti, sono pronti a emettere inique sentenze, ad affibbiar nomignoli, soprannomi o appellativi poco lusinghieri.
Al mondo esistono uomini che appaiono corpulenti e vigorosi, ma dentro sono fragili ed emotivi; esistono uomini smunti ed esili, ma possiedono un animo forte e temerario; esistono persone ritenute scialbe e insignificanti, ma hanno un cuore sensibile e generoso; esistono persone avvezze a sfoggiar ricchezza ed eleganza, ma internamente sono amorfe, povere di spirito e di attrattiva; esistono soggetti dagli abiti trasandati e dimessi, ma le loro labbra proferiscono espressioni forbite e cortesi; esistono soggetti dall’aria rozza e burbera, ma che possiedono una personalità raffinata e galante; esistono individui dal piglio schivo e riservato, ma quando si aprono sanno esternar nobili sentimenti e smisurato affetto; esistono individui additati come affascinanti ed avvenenti, ma dai modi zotici e scontrosi o dall’indole arrogante e impertinente!
Ebbene, rammentiamo che non sempre una persona è ciò che sembra: talvolta una pietra, apparentemente comune, frivola e scevra di valore, può in realtà rivelarsi uno zaffiro, un rubino, uno smeraldo, una perla, un diamante, o viceversa! Ma solo coloro che sanno veder al di là della semplice apparenza, alla fine… potranno riconoscere le cose nella loro vera essenza!!!

SCRUTANDO UNA FOTO…

Chissà se a qualcuno di voi è capitato di fissare intensamente una vecchia foto del passato, senza riuscir a distoglierne lo sguardo.
Qualche giorno addietro mi sono casualmente imbattuto in una vetusta cartolina che ritraeva gli antichi portici di Pinerolo, il mio indimenticabile paese natio situato ai piedi delle Alpi piemontesi. E’ stato oltremodo emozionante ritrovarmi tra le mani quella fotografia, nitida come i ricordi che ancor oggi, dopo ormai tanti anni trascorsi, serbo in cuore. Ed io lì, immobile come un ebete, a vagheggiar quei portici con tale lacrimosa nostalgia che speravo ardentemente in un repentino prodigio, in una sorta di inspiegabile alchimia capace di catapultarmi in quel luogo, emblema della mia breve ma intensa fanciullezza.
Già, i portici, laddove trovavo inebriante refrigerio durante gli afosi meriggi estivi, ove mi rifugiavo per trovar quieto riparo dallo stillicidio della gelida pioggia invernale! Rammento che, quando giungevo a varcarne la soglia, la ferrea stretta di mano dei miei apprensivi genitori, come d’incanto, si scioglieva, lasciandomi libero di correre, imitato da mio fratello, lungo le arcate che si snodavano a perdita d’occhio, tra una miriade di negozi, bar e osterie. Poi ci fermavamo, ansimanti e infervorati, a contemplar le allettanti vetrine che esponevano meravigliosi giocattoli d’ogni foggia, puntando l’indice verso quello più ambito e decantandone le pregevoli caratteristiche.
Nel rimirar compiaciuto quella suggestiva cartolina dei portici, come rapito da una mistica, onirica visione, sono stato travolto dall’impeto dei ricordi: quasi mi sembrava di udir il pacato cicaleccio dei numerosi passanti, affaccendati nelle compere; quasi mi pareva di sentir ancora la particolare frescura che vi regnava; quasi avevo la sensazione di percepir gli aromi e le fragranze dei prodotti tipici aleggiar nell’aria, insinuandosi dolcemente nelle mie narici!
Ma perché una semplice foto, sovente, deve sortir un simile effetto su di me? Perché la mia dannata sensibilità mi induce a rimanervi assorto per un interminabile lasso di tempo senza poter esimermi dal formular pensieri deliranti?
Ed ora chiedo venia a tutti voi, per avervi propinato i miei tediosi vaneggiamenti, ma talvolta quella che a prima vista sembra una comune, frivola immagine… in realtà racchiude un significato che vale più di mille parole!!!

INCOMPRESO

Il termine “incompreso” ha un’accezione dalle molteplici sfumature, dalle svariate interpretazioni.
Essere oggetto di incomprensione, talvolta, implica non sentirsi ben accetti da coloro che quotidianamente ci circondano; è come trovarsi in un’ostile terra straniera, dove gli altri non comprendono il nostro linguaggio, la nostra cultura, e tendono a evitarci alla stregua della peste. Essere incompreso significa, a volte, udir ironiche risate ed espressioni di scherno in sordina alle nostre spalle, mettendoci alla berlina dinanzi agli sguardi altrui; significa dover convivere con una desolante solitudine, anche quando ci si trova in mezzo a tanta gente; o vivere di fitti silenzi, anche quando si è immersi nel più assordante frastuono. Essere incompreso sottende condurre una sordida esistenza da emarginati, da derelitti, da zimbelli, costretti ad arrancar a capo chino e trascinare il proprio gravoso fardello segreto; vuol dire attirar su di sé occhiate beffarde e commenti sprezzanti per via del proprio modo di essere, delle proprie scelte di vita, in netta antitesi con le stereotipate consuetudini mondane. Essere incompreso può significar imbattersi in soggetti predisposti a sciorinar ghigni sardonici dinanzi alla nostra perpetua malinconia, o a mostrar bieco cinismo di fronte alla nostra effimera allegrezza, sempre pronti a emettere scettici giudizi sulle nostre ambizioni, ad annientar la nostra autostima, a biasimar ogni singola azione compiuta e ogni parola da noi proferita; può significar fare i conti, sovente, con la frustrazione e l’angoscia scaturite da chi si ostina a considerarci alienati, fuori di senno, strampalati e bizzarri.
Ma quando un “incompreso” trova qualcuno in grado di leggere attraverso i suoi occhi, di interpretare l’arcano che alberga in fondo al suo cuore, di sondare i tortuosi meandri della sua anima e percepire le sue medesime sensazioni, allora è come se in lui si irradiassero i primi fulgidi raggi del sole nascente, che espandono luce e calore laddove prima regnavano tenebre e gelo! E il suo mondo, come d’incanto, si tinge di variopinti colori, si allieta di soavi melodie… sì, quello stesso cosmo dove una volta aleggiavano solo mesto grigiore e lugubre silenzio!!!

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PRIMA DI GIUDICARE… RIFLETTIAMO!

Non molto tempo fa, un bambino venne portato d’urgenza in ospedale per essere sottoposto a un delicato intervento chirurgico, in bilico tra la vita e la morte.
Ai genitori, in trepidante e spasmodica attesa dietro la porta della sala operatoria, venne comunicato dal personale sanitario che il loro piccino era pronto per subire la complessa operazione, ma si attendeva il cardiochirurgo, l’unico ad avere le specifiche competenze in materia, il cui mancato arrivo denotava un notevole ritardo benché fosse stato avvisato tempestivamente!
Provate a immaginare l’ansia e la frustrazione di quei due poveracci nel veder passare parecchi minuti preziosi, mentre la loro inerme creatura languiva in balia della sorte!
Quasi un’ora dopo, vedendo giungere il chirurgo, il padre e la madre del bimbo gli si avventarono contro e, col senno ottenebrato dalla disperazione, lo subissarono di minacce e improperi, accusandolo di negligenza e insensibilità. Tuttavia il medico, limitandosi a sussurrare solamente “scusate”, si fiondò all’interno della sala operatoria.
Al termine del lungo e meticoloso intervento, effettuato a cuore aperto, il cardiochirurgo, affidato il piccolo paziente alla sua numerosa equipe, uscì di gran corsa accingendosi a imboccar nuovamente le scale che conducevano all’esterno della struttura ospedaliera, senza fornire alcuna spiegazione ai due apprensivi genitori, cosa che suscitò l’ira furibonda di entrambi: la donna lo raggiunse sbraitando come un’ossessa, scagliando su di lui una sequela di epiteti ingiuriosi, e il marito di lei fu quasi sul punto di malmenarlo se non fossero intervenuti alcuni infermieri per sedare la sua collera!
Così, mentre lo “screanzato” medico si affrettava ad allontanarsi in silenzio, una dottoressa si avvicinò ai furenti coniugi dicendo loro: “State sereni: il vostro bambino adesso è fuori pericolo e presto potrà avere una vita normale. Il chirurgo che l’ha appena operato avrebbe voluto darvi personalmente tutte le informazioni in merito, ma per lui, purtroppo, è un brutto giorno: oggi ci sono i funerali di suo figlio, che è morto in un incidente! Ecco la ragione del suo ritardo. E ora è dovuto tornare in chiesa per assistere alle esequie”!
La coppia, nell’udir tali parole, come pensate abbia reagito? Come deve essersi sentita?
Ebbene, prima di inveir su una persona con simile foga, scagliando su di essa invettive e anatemi a causa di un suo apparente atteggiamento ingiusto… Suvvia, non aggiungo altro: lascio a voi ogni plausibile risposta!!!

IL LIETO ELOGIO DEDICATOMI DA UN EMINENTE PROFESSORE!

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Terminato di leggere il romanzo del barrese Salvatore Bontempo “IL PUGNALE DALL’ELSA DORATA”.
“Questo romanzo descrive la storia di due fratelli gemelli, quindi perfettamente somiglianti, anche se di ceto sociale opposto che al momento opportuno scelgono di scambiarsi le identità per poter conseguire ognuno il proprio obiettivo” Lettura avvincente, e situazioni con colpi di scena che incollano il lettore alle pagine fino alla fine. L’ambientazione e il linguaggio ben si addicono alla caratterizzazione dei personaggi.
Questi primi romanzi cavallereschi del nostro Bontempo lasciano ben sperare, facendo conoscere un provetto romanziere degno di buoni sviluppi futuri…Complimenti!